Santa Croce
L’architettura barocca
Salento lembo di terra a sé anche in campo architettonico, sopratutto per merito del barocco leccese; Barocco che impazza nel Salento e specialmente nel suo capoluogo, Lecce, fra la fine del XVI° secolo e la prima metà del XVIII°.
Pomposo e ridondante, dalle decorazioni vistose, deriva dal plateresco (metodo di lavorazione dell’argento) spagnolo a sua volta ispirato al gusto rinascimentale italico.
Il barocco leccese punta tutto sugli esterni degli edifici – decorati come veri e propri arazzi – avvalendosi delle proprietà della pietra leccese “calda” e facilmente malleabile allo scalpello.
Porto Cesareo |
La costa orientale (Costa Adriatica)
Chi volesse realizzare il circuito dei due mari, lungo poco più di 200 chilometri, dovrebbe partire daCasalabate, spiaggia non distante dall’abbazia di Santa Maria di Cerrate, e lasciarsi condurre dalla costa bassa e sabbiosa verso sud, attraverso Torre Rinalda, Torre Chianca e Frigole, ombreggiate da lussureggianti pinete, fino a San Cataldo, e del porto romano di Adriano, e poi proseguire lungo la panoramica Statale 611 fino alle Cesine, una delle più suggestive e interessanti zone umide d’Europa.
Da qui, direzione Otranto, si trovano località ancora intatte e incontaminate, protette da basse pinete digradanti fino alle dune del mare, e scali-rifugio per gli amanti della vela e della nautica da diporto.
Roca Vecchia è un abitato messapico sorto su un insediamento preistorico. Gli scavi hanno rimesso in luce i grossi blocchi di pietra della cinta muraria ed una necropoli con numerose tombe.
I Laghi Alimini preannunciano Otranto. Sono due specchi d’acqua variamente salmastri, con risorgive dolci, che corrono paralleli lungo la costa, caratterizzati da vegetazione palustre e da fitti canneti che ospitano rarissime specie vegetali, come le orchidee di palude e l’erica salentina.
Oasi di protezione faunistica, i laghi sono meta di folaghe e di aironi cinerini.
Otranto è il cuore bizantino, è la memoria saracena, è il mosaico della vita nella Cattedrale.
La litoranea che vi si dipana, verso Castro, è uno degli itinerari turistici più allettanti della regione, con dislivelli che superano a volte gli ottanta metri a picco sul mare, e il suo percorso, a serpentina.
A mitigare l’asprezza della roccia, costantemente flagellata dai flutti, i deliziosi ulivi, che degradano dalle colline e dalle Serre fino a lambire, quasi, l’azzurra distesa del mare.
Porto Badisco, fiordo in miniatura e santuario della preistoria, immerso tra oleandri e fichidindia; la sulfurea Santa Cesarea Terme, rinomata per le sorgenti idroterapiche delle sue quattro grotte e per il turismo termale.
Dal suo Belvedere lo sguardo può perdersi fino alla diafana Leuca, in uno mosaico variopinto di costruzioni in stile moresco e mediterraneo i cui colori si stemperano nel verde fitto dei boschi e delle pinete e nel pastello tipico della macchia mediterranea.
Ai margini di questa splendida terrazza, le falesie a picco sul mare e le grandi grotte: “Romanelli”e “Zinzulusa”, a riportarci indietro in tempi oscuri, magnifiche per l’habitat naturale e per lo scenario che fa loro da cornice.
Tuffarsi in questo mare è una delle esperienze più esaltanti, per la trasparenza delle acque e per la possibilità di accedere nei grandi templi della preistoria.
Mare altrettanto cristallino sulla costa di Andrano, famosa per la sua “Grotta Verde” dalle baluginanti stalattiti, fino al litorale di Tricase, con il suo porto e il suggestivo, pescosissimo Canale del Rio, parallelo a Marina Serra, dove i capricci dei giganti hanno creato fantastici precipizi della costa in mare. |