Salento terra di contaminazioni

Otranto e Lecce sono state la vera porta d’Oriente dell’Italia, per secoli e secoli. A Otranto arrivavano i commercianti di Costantinopoli. A Otranto sbarcavano dotti e monaci. Da Otranto si sentiva la potenza dell’impero ottomano e ci si imbarcava per la Terra Santa.. Una storia molto lunga con pitture rupestri importantissime come quelle della grotta dei Cervi, dolmen misteriosi nei paesini del Salento, resti romani, il barocco…

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duomo di Lecce

Lecce

Lecce: una città che nel suo tessuto urbano coniuga in mirabile sintesi esempi di lussureggianti architetture barocche e linee più austere, florilegi di esaltazioni pagane e severe rappresentazioni d’arte religiosa scolpite sulle facciate delle chiese, imponenti palazzi nobiliari e incantevoli segni di edilizia civile, testimonianze messapiche e precristiane e vestigia romane d’epoca imperiale.

Se è vero che per molti il fascino di Lecce risiede in tutta la città antica, con le sue stradine e vicoletti che si compongono come i fili di una tela di ragno e che sfociano in sorprendenti scenografie, non si può non menzionare l’altra parte del cospicuo patrimonio della città.
E’ interessante quel pezzo di centro storico denominato “giravolte”, che ha un evidente stile orientale. Anche le suggestioni del Liberty, mescolate allo stile moresco, sono presenti in città e visibili sulle facciate di splendide dimore, le ville sorte sui viali Lo Re e Viale Gallipoli in seguito alla sistemazioni del viali extramurali progettati intorno al 1825.

Di notevole pregio le bellezze dell’architettura cinquecentesca e tutte le cospicue testimonianze dell’età romana e pre-romana.
Attualmente le nuove scoperte e le indagini condotte in piazzetta Castromediano, nelle immediate vicinanze della centrale Piazza S. Oronzo, hanno permesso di ampliare le conoscenze.
Gli appassionati di archelogia urbana avranno modo di constatare che Lecce rappresenta un esemplare caso di studio per essere un centro pluristratificato, caratterizzato da un complesso e articolato palinsesto urbanistico e architettonico. E’ nel ‘600 che sorge la maggior parte degli edifici religiosi e civili, caratterizzati da un tipo singolare di architettura e scultura che non trova esempi in nessuna altra parte del mondo.

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Santa Croce

L’architettura barocca

Salento lembo di terra a sé anche in campo architettonico, sopratutto per merito del barocco leccese; Barocco che impazza nel Salento e specialmente nel suo capoluogo, Lecce, fra la fine del XVI° secolo e la prima metà del XVIII°.
Pomposo e ridondante, dalle decorazioni vistose, deriva dal plateresco (metodo di lavorazione dell’argento) spagnolo a sua volta ispirato al gusto rinascimentale italico.
Il barocco leccese punta tutto sugli esterni degli edifici – decorati come veri e propri arazzi – avvalendosi delle proprietà della pietra leccese “calda” e facilmente malleabile allo scalpello.

 

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Porto Cesareo

La costa orientale (Costa Adriatica)

Chi volesse realizzare il circuito dei due mari, lungo poco più di 200 chilometri, dovrebbe partire daCasalabate, spiaggia non distante dall’abbazia di Santa Maria di Cerrate, e lasciarsi condurre dalla costa bassa e sabbiosa verso sud, attraverso Torre Rinalda, Torre Chianca e Frigole, ombreggiate da lussureggianti pinete, fino a San Cataldo, e del porto romano di Adriano, e poi proseguire lungo la panoramica Statale 611 fino alle Cesine, una delle più suggestive e interessanti zone umide d’Europa.

Da qui, direzione Otranto, si trovano località ancora intatte e incontaminate, protette da basse pinete digradanti fino alle dune del mare, e scali-rifugio per gli amanti della vela e della nautica da diporto.
Roca Vecchia è un abitato messapico sorto su un insediamento preistorico. Gli scavi hanno rimesso in luce i grossi blocchi di pietra della cinta muraria ed una necropoli con numerose tombe.
I Laghi Alimini preannunciano Otranto. Sono due specchi d’acqua variamente salmastri, con risorgive dolci, che corrono paralleli lungo la costa, caratterizzati da vegetazione palustre e da fitti canneti che ospitano rarissime specie vegetali, come le orchidee di palude e l’erica salentina.
Oasi di protezione faunistica, i laghi sono meta di folaghe e di aironi cinerini.
Otranto è il cuore bizantino, è la memoria saracena, è il mosaico della vita nella Cattedrale.
La litoranea che vi si dipana, verso Castro, è uno degli itinerari turistici più allettanti della regione, con dislivelli che superano a volte gli ottanta metri a picco sul mare, e il suo percorso, a serpentina.
A mitigare l’asprezza della roccia, costantemente flagellata dai flutti, i deliziosi ulivi, che degradano dalle colline e dalle Serre fino a lambire, quasi, l’azzurra distesa del mare.
Porto Badisco, fiordo in miniatura e santuario della preistoria, immerso tra oleandri e fichidindia; la sulfurea Santa Cesarea Terme, rinomata per le sorgenti idroterapiche delle sue quattro grotte e per il turismo termale.
Dal suo Belvedere lo sguardo può perdersi fino alla diafana Leuca, in uno mosaico variopinto di costruzioni in stile moresco e mediterraneo i cui colori si stemperano nel verde fitto dei boschi e delle pinete e nel pastello tipico della macchia mediterranea.
Ai margini di questa splendida terrazza, le falesie a picco sul mare e le grandi grotte: “Romanelli”“Zinzulusa”, a riportarci indietro in tempi oscuri, magnifiche per l’habitat naturale e per lo scenario che fa loro da cornice.
Tuffarsi in questo mare è una delle esperienze più esaltanti, per la trasparenza delle acque e per la possibilità di accedere nei grandi templi della preistoria.
Mare altrettanto cristallino sulla costa di Andrano, famosa per la sua “Grotta Verde” dalle baluginanti stalattiti, fino al litorale di Tricase, con il suo porto e il suggestivo, pescosissimo Canale del Rio, parallelo a Marina Serra, dove i capricci dei giganti hanno creato fantastici precipizi della costa in mare.

 

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Marina di Ugento

La costa occidentale (Costa Jonica)

il paesaggio cambia sensibilmente. Alla costa alta e selvaggia, subentrano scogliere più basse e distese di sabbia, terre rosse e vigne, interrotte da torri cinquecentesche, che rappresentano un’altra straordinaria riserva naturale, zona umida caratterizzata dall’habitat palustre di giunchi e canne (che vanno ad alimentare una delle attività più tipiche dell’artigianato salentino) e dal transito di splendidi uccelli come i cigni reali.

“Paiare” e muretti a secco punteggiano la costa finché lo Ionio non svela in tutto il suo splendoreGallipoli, la città “bella” (“kalè polis”, in greco), apparentemente un’isola nel mare, con le cupole abbaglianti delle sue chiese.
Giustamente famosa, Gallipoli è, con Lecce, con Otranto e con Leuca, una delle meraviglie del Mediterraneo e merita una sosta prolungata.
Il borgo medioevale, i vicoli tortuosi e stretti che irrompono fin dentro le case, i bastioni, il castello, le chiese, la fontana greca rimaneggiata in epoca rinascimentale, i palazzi baronali rappresentano un’attrazione consumata nell’abbraccio caldo della sua ospitalità.
Lido Conchiglie, una distesa di dune, la spettacolare Montagna Spaccata, ed è subito la riviera di NardòSanta Maria al Bagno, già famosa per le sue terme e per il porto romano.
Notevole in questa zona il Parco naturalistico di Porto selvaggio, con la Grotta del Capelvenere e la Grotta di Uluzzo, mentre invitanti e trasparenti sono le acque della Baia di Uluzzo.
Un cenno a parte merita la “Palude del Capitano”, pozzi e anfratti carsici dove i profumi delle tamerici, della salvia, dei giunchi spinosi e della flora mediterranea si fondono con i colori intensi delle acque risorgive del mare, offrendo l’ambiente ideale per molte specie animali.
La costa segue un andamento nodoso, intercalata da calette e piccole insenature con acque purissima fino a Porto Cesareo, con 17 chilometri di spiagge guardate a vista da un arcipelago di isolotti, il più noto dei quali è l’Isola dei Conigli.

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Menhir nel Comune di Cursi

Architettura preistorica ed antica 

Grotte preistoriche, monumenti megalitici, dolmen, menhir, disseminati nel Salento dimostrano che questa terra fosse abitata già in epoca preistorica e come essa abbia vissuto ogni fase architettonica nel corso dei secoli.
menhir (nome bretone che significa “pietra lunga”) sono delle grandi pietre dette “megaliti” e sono monolitici, vale a dire formati da un unico blocco.
Eretti prevalentemente nell’era preistorica neolitica singolarmente o in gruppi, di dimensioni variabili) e forma squadrata.
Quasi tutti i paesi del Salento ne possiedono almeno uno. In testa Giurdignano, piccolo centro vicino Otranto, che ne conta una quindicina.
Nel Medioevo i menhir salentini furono cristianizzati con l’incisione di croci sulla pietra.
Sono invece polilitici (cioè costituiti da più blocchi) i dolmen, tombe megalitiche preistoriche a camera singola, formate da tavole orizzontali sorrette da più lastre verticali.
Verosimilmente i dolmen risalgono ad un periodo compreso fra la fine del V millennio a.C. e la fine del III millennio a.C.
In Sardegna ed in Puglia quelli più evoluti sotto l’aspetto architettonico. In partiolare Nei dintorni di Maglie, tra querce, ulivi ed alberi secolari, sono visibili inconfondibili vestigia archeologiche.
Furnieddhri, conosciuti anche come Trulli del Salento, sono antiche costruzioni rurali realizzate in pietra, utilizzate dai contadini come dimora saltuaria o come luogo di raccolta ed essiccatura di prodotti estivi della terra. Ne esistono diverse tipologie, differenziate a seconda della distanza dal mare, altitudine, destinazione d’uso e cultura locale.
In ogni caso i furnieddhri venivano edificati laddove nel terreno affiorava la roccia madre che forniva una pavimentazione naturale.
La penisola salentina conserva il maggior numero di testimonianze megalitiche presenti in Puglia, al punto che, quasi ogni comune del leccese può vantare la presenza di uno o più monumenti (dolmen, specchie e menhir) ai quali attribuire le proprie origini.