20-settembre-Tarantarte

il rituale della pizzica

 

La Pizzica
Aspetto Storico- antropologico
La pizzica ha origini molto antiche che risalgono a culti dionisiaci molto comuni nell’area del Salento, provenienti dalla Grecia, e fatti propri dalle popolazioni locali.
La Pizzica e’ una danza terapeutica individuale e collettiva che prende origine dall’antichissimo rito di guarigione dei tarantati. La “Taranta” che si nasconde negli anfratti, nelle fratture della terra e tra le pietre a secco di muretti è il simbolo della madre terra che riaffiora con i suoi istinti primordiali inplacabili ed e’ in grado, secondo la tradizione popolare, di pizzicare (da cui, appunto, il nome dato alla musica).

Il rito terapeutico si svolgeva per lo più nelle proprie case dove con l’aiuto della musica, i tarantati, ipnotizzati dal ritmo musicale, entravano in uno stato di trance e danzavano per ore ed ore fino a cadere stremati a terra. La musica, ha un’importanza notevole in questo processo, come porta d’accesso alla trance ritmica foriera di guarigioni.

Con l’avvento del cristianesimo la figura terapeutica di San Paolo si affianca a quella della guarigione tramite la danza-trance, con il pellegrinaggio alla cappella di San Paolo a Galatina per ringraziare il santo.

Aspetto socio-culturale
La pizzica e diventata nell’immaginario collettivo il ritmo del Salento.
Chi si avvicina per la prima volta non puo non incantarsi di fronte alla grazia e all’accesa sensualità, alla potente carica liberatoria e al fascino misterioso e antico di questa danza.
Basta seguire la musica, abbandonarsi al suo movimento, ai suoi canti ma soprattutto alla furia dei tamburelli, per rendersi subito conto di una forza,e di un’energia musicale straordinarie.
Le musiche “pizzicate” assumono per il Salento una grande importanza sociale e culturale, riuscendo a far radunare nelle piazze migliaia di persone trascinate dal suono del tamburello ed ipnotizzate dal ritmo incalzante delle ballate.
Le pizziche sono diventate un motivo per ritrovarsi tutti insieme, giovani, anziani e bambini, per le strade, nelle piazze o sulle spiagge, riscoprendo e fortificando i rapporti sociali tra persone troppo spesso costrette chiuse tra quattro mura dalle abitudini stressanti della vita moderna che porta verso un isolamento alienante.
La pizzica diventa un momento per aprirsi verso il mondo, per riscoprire la bellezza delle piccole cose e dei semplici gesti, per vivere momenti di unione e per comunicare con gli altri in modo istintivo. Attraverso la danza e la musica, due delle arti più antiche al mondo, due espressioni universali dell’uomo, la pizzica esprime sentimenti universali di libertà e rispetto per le diversità culturali;
è un linguaggio aperto in cui convergono e si attuano temi fondamentali come la pace e la reciprocità.

Le due espressioni della Pizzica

La pizzica ” de core” Una danza di corteggiamento dove la donna, muovendo i passi e saltellando al ritmo dei tamburelli, si lascia corteggiare dall’uomo. Questi, avvolto dalla sensualità della danza, della musica e dagli sguardi di lei, lascia alla donna il potere della scelta. Ed ella, fedele alla sua storia ancestrale, gestisce le redini del fato e del destino amoroso, scegliendo il proprio partner e lasciandosi scegliere nuovamente da lui. Sarà proprio il fazzoletto rosso, rosso come il sangue e la passione, rosso come l’istinto incontrollato che, sventolato dalle mani di lei, sceglierà il partner. Questi accetterà la scelta della donna e si avvicinerà a lei, nel vortice di una danza erotica e sensuale, fatta di leggeri sfioramenti e sguardi erotici..
In questo ballo non c’è uno schema ben preciso di passi che bisogna imparare, ma è semplicemente tutto è affidato al proprio sentire.
Si tratta di saltelli sincronizzati al ritmo dei tamburelli che, accompagnati dai diversi strumenti mandolino, flauto, nacchere, violino, chitarra ed armonica), sembrano rimarcare il ritmo del cuore.
Questo tipo di danza si tiene soprattutto in occasione di matrimoni, battesimi e altre cerimonie festose.

La “danza scherma” o “danza delle spade”

La danza scherma salentina è un genere di danza che con ogni probabilità risale ad epoche lontane.
La si può osservare dal tramonto del 15 agosto all’alba del 16 agosto nello spazio antistante il Santuario di San Rocco, in Torrepaduli (LE), in occasione della festa in onore del Santo.
Il ballo è costituito da un complesso rituale acompagnato dal suono di armoniche a bocca e degli immancabili tamburelli.
I movimenti vogliono mimare un combattimento con i coltelli, i quali, da quanto si racconta sembra che un tempo fossero realmente utilizzati.
Attualmente però, questi coltelli sono simbolicamente sostituiti dall’uso della gestualità delle mani e attraverso i movimenti delle braccia.
I danzatori si “sfidano” in un sorta di duello.. Bisogna rispettare inoltre altre regole: non voltare mai la schiena all’altro, essere sempre vigili e tenere bene le distanze.

 

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